Margaret Murray

Margaret Murray Riconosciuta la sua indubbia competenza come egittologa, Margaret Murray divenne tuttavia celebre come antropologa, dopo aver elaborato un'originale ipotesi sul culto stregonesco in Europa. La sua ricerca antropologica si incentrò infatti sul folklore europeo, facendole individuare una religione pagana precristiana, che ritenne capace di sopravvivere sottotraccia per secoli dopo l'avvento del cristianesimo come religione di Stato (IV secolo); una religione minoritaria inevitabilmente perseguitata nei secoli successivi come stregoneria da parte del nuovo potere religioso, con particolare violenza repressiva durante il periodo compreso tra la fine del Medioevo e l'inizio del secolo XVIII quale acme della caccia alle streghe.

La Murray rese nota la sua teoria con due studi: ''Witch Cult in Western Europe'' del 1921, di indole accademica e pubblicato in Italia come ''le streghe nell'Europa occidentale'' dalla Garzanti; indi, nel 1933, col più ampio ''Il dio delle streghe'', concepito in chiave divulgativa e che difatti diventò un ''best seller''. La tesi della Murray trovò vasto riconoscimento per oltre trent'anni in Gran Bretagna, ove il ''milieu'' culturale nazionale era da tempo già pronto ad accogliere tutto ciò che riguardasse il paganesimo, il ritorno alla natura secondo le venuste tradizioni folkloriche.

La tesi della Murray sulla stregoneria venne di poi smentita negli anni '60, mediante rigorosi studi antropologici. Tuttavia, l'impatto della tesi era stato enorme, sia a livello accademico che sociale, tanto da venir assunta tra i "miti di fondazione" della Wicca e in genere di tutto il contemporaneo neopaganesimo . da Wikipedia
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    di Murray, Margaret
    Pubblicazione 1963
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